E’ un giorno come un altro in Palestina, la fredda notte Cisgiordana viene mitigata dai timidi raggi dell’alba, qualche inguaribile pignolo sosterrebbe che se c’è l’alba è giorno, non notte, ma a chi importa, non è un racconto per pignoli, nè per astronomi.
Come in tutti i risvegli che si meritino tale apellativo, c’è un gallo che con la sua tracotante arroganza e il suo canto, pretende di dettare i ritmi di vita ai pacifici cittadini di Nazareth, che ormai abituati alla prepotente ornito-dittatura fasianide, cominciano rassegnati a capire, come ogni giorno del resto, chi veramente siano, quale sia il loro impiego e per quale motivo lo stiano effettivamnete facendo.
No, non è vero, a Nazareth si lavora e si produce, perchè così vuole il gallo.
Per fortuna questo inferno viene reso sopportabile dalle tradizionali figure professionali palestinesi: infatti dopo il canto del gallo, è lo strillone che vende la gazzetta ad occupare le frequenze medio-basse dei timpani dei pavidi Cisgiordani, quelle alte spettano invece al cigolio della bicicletta del ragazzo che consegna il latte, tale Bill, l’unico amico di quello scapestrato del falegname, che per motivi di privacy chiameremo col nome di fantasia “Giuseppe”.
Giuseppe è l’unico in città a fare quel mestiere, ci campa bene, quindi furbescamente ignora l’alzabandiera del Gallo, ma non fisiologicamente e come ogni giorno è Bill a svegliarlo, approfttando anche del fatto che il nostro falegname è ultimo nell’ordine delle consegne, così i due passano i primi momenti della giornata discutendo del più e del meno, ma non quel giorno....
Così Bill chiese a Giuseppe:” ehi Jew, ma senti cos’è quel durello che sfoderi sempre al mattino quado ti porto il latte? Spero tu non ti sia inamorato di me, io mungo vacche, non persone”
Giuseppe, ancora intorpidito dal recente risveglo e dal’hashish della sera prima rispose sbigottito:
-” ma che cazzo stai dicendo? Credevo di essere io quello fuori! A me piace la fica, ma non mi si fila nessuna, sono sempre più convinto che sia a causa di una deformazione professionale se mi ammazzo di seghe...ormai mi pigliano per il culo tutti, ho quasi trent’anni e non ho ancora scopato”-
“ tranquillo Jew, mi sono arrivate delle voci....la vedi quella ragazzetta là in fondo? Beh pare che i tuoi abbiano fatto in modo che ti venga promessa in sposa, lei già lo sa, tu ovviamente non sai mai un cazzo, quindi adesso alzi il culo e vai a conoscere la tua futura moglie..”
“ quella? Ma avrà si e no quattordici anni! Per che razza di pervertito mi hai preso?”
Bill, senza battere ciglio, disse l’unica cosa veramente condivisibile: ” un buco è un buco..e poi viene da una famiglia povera, non faresti altro che del bene a prenderla con te”
Giuseppe, messo di fronte a un bivio, lasciò la strada di una sicura e duratura verginità per imboccare quella del matrimonio e dell’amona, così si fece forza e si diresse timidamente verso quell’esile ragazzina
“ C- ciao”- disse – “io sono Giuseppe, il t-tttuo futuro sposo”- “che imbranato babbeo”, pensò Bill.
La ragazzina, in barba all’età rispose disinvolta: “ lo so, io mi chiamo Maria, piacere di fare la tua conoscenza”
Giuseppe, messo a suo agio da tanta disinvoltura provò a lanciarsi in un discorso, un primo approccio, una dichiarazione d’amore alla futura amata, ma l’unica cosa che gli uscì di bocca fu: “ sono Vergine”
Maria cominciò a sganasciarsi dalle risate: “hihihiihiihihi, non ci posso hihih credere hihiihi, anche a me hanno affibbiato quel sopranome scherzoso!”
Giuseppe sentì un brivido gelato corrergli lungo la spina dorsale nell’udire quelle frasi cariche di libido pre-adolescenziale, e l’idea di non dover più accostare la propria vita sessuale agli strumenti della sua professione lo eccitava ancora di più:
“Maria....entro breve , ci sposeremo e ti farò mia, e figlieremo su e giù, sopra e sotto e in bocca e in culo”
Maria sorrise, forse per la felicità, o forse perchè in fondo un trentenne che si comporta come un ragazzino a cui sono spuntati i primi brufoli fa un certo effetto: “ si Jew, ti posso chiamare anch’io così, nevvero? Sarò la tua compagna devota e fedele, sposiamoci, subito!
Fu così che Giuseppe e Maria divennero marito e moglie, fratello e sorella, Stanlio e Olio, Gianni e Pinotto, Diabolik ed Eva Kant, Tip e Tap, padre e figlia risultò però essere l’accoppiata più verosimile.
La cerimonia venne svolta in pompa magna: gli sposi celebrarono il loro amore cullati dal vento, le capre belavano armoniosamente accomapagnate dal divino suono prodotto dai campanacci, e i Tazenda cantavano “spunta la luna dal monte"
Maria decise di festeggiare il lieto evento e si diresse dal macellaio, che da poco aveva avviato la sua attività a Nazareth, per comprare un capretto. Si diceva venisse da un remoto paese del nord, un posto lontanissimo e diversissimo; a testimonianza di ciò vi erano i lunghi capelli biondi e gli occhi azzurri come il ghiaccio, il che affasciava ancora di più gli abitanti di Nazareth che di ghiaccio non avevano cognizione.
La giovane sposa rimase subito incantata da un sì bel fusto: “ Buongiorno.....vorrei un capretto”
Il macellaio non potè evitare di storcere la bocca in una smorfia di totale autocompiacimento davanti ad una battuta a doppio senso COSI’ spinta e disse:” va bene, scopiamo”. Prese allora Maria e le perforò le carni col suo membro vigoroso come il martello di Thor, mentre le sue labbra, guidate dalla sagacia di Loki, facevano sembrare i suoi grugniti animaleschi dei testi di Laura Pausini, quando, all’improvviso le venne dentro riempiendola col suo seme, in nome di Odino.
Maria non aveva mai provato una sensazione così selvaggia, decise quindi di venire a conoscenza del nome del suo partner sessuale, e scoprì che si chiamava Olaf e che aveva un’ immacolata concezione lunga quanto un avambraccio.
Ma Maria era una donna sposata, decise quindi di non vederlo più, imbracciò il capretto e se ne andò, inconsapevole di ciò che stava succedendo nelle sue viscere, in fondo Giani Morandi non era ancora nato e la sventurata non poteva sapere che “uno su mille ce la fa”.
Una volta tornata a casa, decise di cucinare per il novello marito –“adesso gli faccio da mangiare e poi sarò sua”-pensò Maria.
Giuseppe, dalla sua non sapeva come comportarsi, ma non aveva fretta, così, mentre la moglie cucinava per lui, ne approfittò per ricavare dei profilattici dal budello della sventurata bestia.
“E’ pronto amore” -disse Maria - Giuseppe si sedette a tavola e sbranò l’animale, pensando focosamente all’immediato futuro, Dopodichè si infilo il profilattico, si infilò dentro Maria e fece schiantare miliardi di potenziali esseri umani sul budello della capra. UNA STRAGE.
“Ti è piaciuto?” - chiese il falegname - “seeee” – rispose Maria, che iniziava a percepire dentro di sè la vita che prendeva forma in un tumulto di cellule scandinave il cui incalzare tanto ricordava il primo Burzum.
Decise quindi di andare dal medico del paese:” Dottore, c’è qualcosa che non va!”- “ Si accomodi pure Maria, che controlliamo......ma lei è incinta! “ – “ Lo temevo anch’io, vede dottore, il problema è che il figlio non è mio, e vorrei abortire per non coprire di vergogna il mio sposo” –“Suvvia, non sia così drastica!” – rispose il medico - “ si inventi una qualsiasi scusa, può dirgli che è sterile e si è sottoposta alla fecondazione assistita, oppure che è e stato lo Spirito Santo”
“ Dottore lei è un genio, perchè non sono laureata in medicina? Lo Spirito Santo! Neanche il commercialista di Giuseppe sarebbe riuscito a trovare una scappatoia così in fretta GRAZIE!”
Maria tornò a casa e comunicò al marito la lieta novella:” Amore, sai, stanotte mi è apparso in sogno lo Spirito Santo e mi ha comunicato che avrò un figlio senza i bisogno di fare più sesso, non è fantastico? Sarà il re dei Giudei!” – “ Davvero?” – rispose Giuseppe – “ Beh, allora sarà il caso che ci trasferiamo a Betlemme, voci attendibili mi dicono che si è instaurata una dittatura comunista e che tutti i bambini verrano mangiati”
Detto e fatto, i due raccolsero in fretta lo stretto indispensabile e grazie al teletrasporto giunsero finalmente a Betlemme.
“ Giuseppe! Mi si sono rotte le acque!” – prontamente il marito la trascinò in una grotta, in cui riposavano un bue e un asinello...-” Giuseppe, non è igienico!”- “ Taci, donna! Queste bestie ci scalderanno con il fetore dei loro aliti e salveranno il piccolo.”
Il piccolo nacque sano e bello, biondo e con gli occhi azzurri, non somigliava a Bin Laden, come avrebbe sperato Giuseppe, che comunque giurò di amarlo come un padre.
All’improviso un lampo accecante illuminò la notte, seguito dal fragore di mille tuoni e la terra tremò come non mai.
“ Maria, qualcosa è caduto dal cielo!”- “ te l’ avevo detto che nostro figlio è in realtà il figlio di Dio, caro il mio marito”, ma in realtà stava pensando “ acciderboli, che avvenimento fortuito, hihihihihiihihi ”
In breve tempo arrivò una folla di curiosi, attirati dall’evento divino: pastori, coltivatori allevatori, non potevano mancare anche tre venditori porta a porta, persino Lex Lutor arrivò, ma se ne andò subito: per sconfiggere Superman gli serviva la Cryptonite, non la cometa del re dei Giudei.
Ognuno, commosso da un evento di sì tale importanza, si strinse intorno al salvatore e alla sua famiglia, portando doni e beni di prima necessità. Questo e altro, per il re dei Giudei.
Così si conclude la nostra storia, la storia di una famiglia, la futura famiglia cristiana, e non, la famiglia che Ratzinger non ha, la famiglia, fatta di difficoltà, amore, passione, tradimenti, un po’ come Beautiful,
P.S:
se il racconto ti ha fatto ridere sono felice, ma se davero vuoi darmi una soddisfazione, sentiti offeso
Buonanotte